martedì 5 febbraio 2008

Ti ricordi i primi approcci con il sesso?

Ti ricordi i primi approcci con il sesso?

Quello solitario intendo, i primi veri rapporti sessuali.

Erano anni ormai che la mattina non ero più il primo ad alzarsi. Lui, quando aprivo gli occhi, era già lì che mi aspettava. Mi alzavo dal letto e siccome ai boxer era cresciuto il naso di Pinocchio, prendevo il mio fratellino e lo strozzavo nell’elastico.Da sopra i boxer usciva la sua testina coperta dalla maglietta e poi col tempo piano piano si ritirava. Andavo in bagno e non riuscivo a fare la pipì, dovevo aspettare, o tirarlo giù con la mano come fosse una catapulta. La mia catapult apersonale, finalmente.

Provavo da seduto e succedeva che dopo un po’ si afflosciava, ma non del tutto, e la pipì usciva tutta da quello spazietto che resta tra la ciambella e il water. Tutta sulle mutande e per terra. Mi toccava fare la scarpetta con la carta igienica sul pavimento.

La domenica,che invece di vestirmi per andare a scuola andavo a far colazione in mutande,succedeva che dopo mangiato mi tornava duro e dovevo aspettare che mi passassel ’erezione prima di alzarmi.

Poi è arrivata l’età dove ho imparato a ucciderlo... di seghe. Non dimenticherò mai la prima volta che facendomi una pippa ho raggiunto il risultato finale; la magia divedere uscire quel liquido denso, toccarlo, annusarlo. Quel liquido che sembrava bianco come la neve, finché non sono venuto nel lavandino, che essendo veramente bianco mi ha fatto capire che lo sperma è piuttosto giallino. Dipende da dove vanno a finire gli schizzi: sulle tende gialle, per esempio, sembrano nuovamente bianchi.

Allora non sapevo che, da quel giorno, avevo aperto un’attività che (indipendentemente dal fatturato) non avrei mai chiuso. Insomma, quella fu la scoperta del secolo e allora giù a manetta: dopo una, avanti un’altra, e poi un’altra fino all’ultima che venivo praticamente a vapore. Ziiifff... Zzziiifff... ffff. In quel periodo avevo l’orologio automatico che si caricava con il movimento del polso.Un giorno è esploso.

Andavo inbagno, chiudevo gli occhi, e la mia mano si trasformava nella mia professoressa di inglese che mi diceva: «Sei il mio alunno preferito, chi se ne frega se non hai fatto i compiti, non ci pensare e scopami ti prego».

Il giorno dopola stessa mano si trasformava nelle amiche di mia sorella, o nella figlia del salumiere, oppure in una qualsiasi ragazza che avevo incontrato per strada.

Vedevo una che mi arrapava e appena entravo in casa andavo subito in bagno a scoparmela.

Avrei anche potuto non farlo ma erano sempre loro a chiedermelo: «Ti prego, ti supplico, ti scongiuro. Scopami, fottimi, sbattimi, fammi godere».

Nella mia immaginazione la location non era una cosa casuale, mi piaceva avere una giusta scenografia. Per esempio, chiudevo gli occhi, e la prof. di inglese me la facevo sulla scrivania o nella palestra della scuola sopra i materassini;l’amica di mia sorella me la immaginavo in bagno, io la vedevo, entravo, e le imi diceva: «Finalmente sei arrivato. Non ce la facevo più... ti prego, ti supplico mettimelo dentro... tutto!».

Una volta l’ho trovata in cantina tutta nuda sdraiata su una coperta. Mi ha detto: «Perché quando ti vedo mi viene voglia di farlo? Sdraiati su di me e infilamelo dentro.Voglio sentirlo. Dài vieni qui sto impazzendo. Avanti, prima che arrivi qualcuno. Scopami, fammi tutto quello che vuoi, a te non so mai dire di no».

Ho passato interi pomeriggi a soddisfare queste povere donne che mi desideravano, cosa potevo farci? Mi supplicavano, adoravano il mio prezioso Ginetto... Dicevano che era il più bello e il più duro di tutto il quartiere.

Non mi facevo solo persone che incontravo per caso o che conoscevo, anzi. Spesso venivano daogni parte del mondo. Cantanti, attrici famose, presentatrici tv, ballerine.

Heather Parisi, ogni volta che alzava la gamba a mo di saluto fascista, mi chiedeva dimetterglielo dentro.

Ogni volta che vedevo un video di Madonna in tv, alla fine lei veniva in bagno da me e micostringeva a trombarla. Madonna mi diceva: «Shake me an’ fuck me. Please!». E sottolineo please. Per convincermi mi diceva che avrebbe lasciato tutto per me,per il mio carismatico pisello. L’ho convinta ad andare avanti con la sua carriera promettendole che ogni tanto le avrei dato un colpetto. Aveva del talento, e non me la sono sentita di accettare la sua proposta. A quell’età erauna responsabilità troppo grande, capivo che come artista c’era. La storia mi ha dato ragione. A quei tempi ero un ragazzo di cuore e cercavo di aiutare sempre il prossimo, e la prossima.

Ma al di là delle P.R., al di là degli incontri del mio pisello, a livello pratico le seghe andavano evolvendosi. Più passava il tempo, più prendevo confidenza con l’attrezzo e mi potevo buttare sulle sperimentazioni.

Prima con la mano destra, poi con la sinistra, poi con la crema sulla mano, fino ad arrivare alla bistecca nel termosifone (questo l’ho sentito, ma giuro non l’ho maifatto, credimi).

Le seghe con il preservativo, per imparare a metterlo e per vedere come andava a finire, e com’era quando era pieno.

Le seghesott’acqua nella vasca. Che quando uscivi ti trovavi tracce di sperma anche dietro le orecchie. Lo si capiva da dove si appiccicavano i peli, dove andava a finire.

C’erano poi le leggende: per esempio mettere il cartone vuoto del calippo tra i cuscini del divano, o immergersi nella vasca da bagno, tirar fuori dall’acqua la punta del cazzetto, prendere una mosca, staccarle le ali e appoggiarcela sopra: la mosca per non entrare in acqua cammina freneticamente fino a farti venire. (Anchequesto, giuro, non l’ho mai fatto.) Oppure sedersi su una mano fino a farsi venire il formicolio e perdere la sensibilità, così che sembrava fosse un’altrapersona a fartela. I veri professionisti si mettevano anche lo smalto sulleunghie.

Ricordo che addirittura si narrava la storia di un ragazzo morto perché si era attaccato alla mungitrice per mucche e questa lo aveva dissanguato.

Insomma,dietro alla masturbazione si nasconde un mondo di confidenze solitarie, di esperimenti e soprattutto di motivazioni e stimoli. A volte ci si masturba ripensando alle ragazze con cui si è trombato, altre pensando a quelle con cuinon si è trombato e non si tromberà mai. Ma non ci si masturba solo perché si è eccitati, succede anche che lo si fa così, perché non si sa cosa fare: sicomincia a grattarselo, si danno due colpetti, poi si smette, poi si ricominciae così fino alla fine; a volte invece semplicemente perché non si riesce aprendere sonno.

Essere a letto e non riuscire ad addormentarsi è una delle cose più odiose, mi è capitato unsacco di volte, e più passa il tempo più ti innervosisci, più ti innervosisci più ti svegli, e cominci a muovere un piede e poi guardi la sveglia e cominci a contare le ore che ti mancano prima che suoni, e senti già che l’indomani sarai stanco tutto il giorno, e alla fine – indeciso se accendere la luce e darti per sconfitto o rimanere a occhi chiusi aspettando – decidi di provare la carta seghino.

Quando mi capita non sempre ho la voglia di uscire dal letto per andare in bagno a pulirmi, anche perché rischierei di svegliarmi del tutto e quindi mi pulisco con quello che trovo, con le calze per esempio, passatina sulla pancia e via;poi il mattino vado in bagno e ho i peli cartonati, tutti dritti che sembrano la testa di Big Jim.

C’è anche chi il seghino se lo fa direttamente nella calza, ma io no, a me piace vedere lo schizzetto. Mi piace sentire il caldo sulla pancia, rimanere lì fermo, fino aquando il liquido comincia a cadere sui fianchi a rigolini, e con il dito faila scarpetta cercando di riportare tutto dov’era prima. Per salvare il lenzuolo.





fabio volo (esco a fare 2 passi)

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