martedì 5 febbraio 2008

L'ANIMA GEMELLA

"Crescendomi sono convinto sempre di più, e non so su quali basi, che nella vitaci sia un solo vero grande amore. Che esista un principe azzurro per ledonne e una principessa per gli uomini. L'anima gemella. E che glialtri alla fine siano soltanto comparse. Ero tutto contento all'ideache per una donna al mondo io ero il principe azzurro. Magari uncoglione per il resto dell'universo femminile, magari insignificante,brutto, poco affascinante, magari con me Cenerentola sarebbe andata acasa alle dieci, dieci e un quarto al massimo, Biancaneve dopo il miobacio avrebbe fatto finta di morire di nuovo, ma per una... fatevilargo, io ero il principe azzurro. Il più bello, il più affascinante,il più interessante. Non è meraviglioso sapere che per una persona almondo tu sei 'il più'? Non è incredibile tutto questo? Non dà un sensodi responsabilità? A me questa cosa è sempre piaciuta. Anche se, incalzamaglia azzurra, non sto da dio.
Sono cresciuto convinto che lamia principessa l'avrei riconosciuta al primo sguardo. O perlomeno che,se non l'avessi riconosciuta subito io, lo avrebbe fatto lei.
Questi i tre passaggi: uno sguardo, un sospiro, una certezza.
Passavole notti nella mia cameretta a immaginare come potesse essere. Bionda,mora, capelli lunghi, corti, alta, bassa. Mi chiedevo dove potesseessere, cosa stesse facendo. Se magari stava già con qualcuno. Se avevaavuto tanti uomini o se invece si era tenuta un pò. Tenuta per me.
Questeconvinzioni mi hanno portato ad avere un rapporto un pò distaccato contutte le altre donne con cui sono stato nella vita. Mi piacevano, ciuscivo volentieri, magari un pò ne ero anche innamorato, ma sapevo checomunque non erano loro, quindi un pò mi dovevo tenere. Tenere per lei.
Sinceramentemi piaceva anche uscire la mattina con l'idea di lasciare aperta laporta delle occasioni. Mi piaceva pensare che magari in metropolitanapotevo incontrare uno sguardo di complicità....

Così per lei ho sacrificato molte cose.
Ultimamente,però, riflettendo su questa convinzione dell'anima gemella cominciavo apensare che, se fosse stata un'idea sbagliata, avrei perso la grandeoccasione della mia vita. Amare. Amare veramente. Magari non è vero checi si riconosce subito. Magari prima bisogna aprirsi, liberarsi damille paure, da mille atteggiamenti, da mille armature.
Forse bisogna anche un pò imparare a stare con le persone, e non aspettarsi gli incastri perfetti.
Comunque,credendo a tutta questa storia del colpo di fulmine, conservavo unaforma di verginità. Una verginità nei gesti, nei sentimenti, nelleparole. Conservavo gelosamente uno scrigno pieno di parole maipronunciate, gesti mai compiuti, sguardi e sentimenti mai vissuti,mondi mai visitati. Alla donna della mia vita, il giorno che l'avreiincontrata, avrei donato un campo di neve immacolato, intatto, maicalpestato prima, senza nemmeno il segno di una piccola impronta. Esarebbe stato tutto suo, solamente per lei. E io, quel campo innevato,lo proteggevo. Lo proteggevo e facevo la guardia da anni come uncustode fedele, aspettavo....
Le parole che avrei pronunciato, igesti, gli sguardi e le sensazioni che sarebbero nati da quell'incontrosarebbero stati 'perlaprimavolta'. Sarebbero stati pieni di emozione,pieni di energia. Potenti, puri, carichi di luce e di forza.....
Conquest'idea dell'anima gemella mi paravo il culo da un certo tipo disofferenza. Avevo delle storie e non erano certo rapporti totalmenteprive di dolore. C'era sempre una piccola particella malata di possessoche mi faceva stare male quando le ragazze mi lasciavano, e le vedevocon un altro, ma era comunque un dolore sopportabile, e poi mi ripetevoche non dovevo arrabbiarmi o soffrire perchè tanto quella non era lei,non era la donna della mia vita, e quindi in qualche modo, prima o poi,sarebbe dovuta finire.
Insomma, la mia principessa azzurra era inrealtà la mia imbottitura per non sentire dolore. L'ennesima difesa.L'ennesimo controllo.
Era comunque meglio immaginare un rapportoperfetto e futuro con una donna che non c'era piuttosto che cercare dicostruire delle intimità e dei legami reali con quelle esistenti. Averetante relazioni mi consentiva di non mettere mai in gioco la miaintimità. Di dare quella parte di me che mi faceva poi avere paura.Perchè mi sembrava di perderla e di diventare più vulnerabile. Meglioquindi stare in superficie."


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